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Pubblicato il 11/02/2021
Abbiamo sentito parlare di Anosmia frequentemente dall’inizio della pandemia di Covid-19. È stato infatti riscontrato che l’anosmia (perdita dell’olfatto) e l’ageusia (perdita del gusto) sono sintomi che si presentano improvvisamente senza patologie nasali o neurologiche, durante le infezioni di coronavirus in una buona percentuale di pazienti.
Questo accade perché il virus colpisce le terminazioni nervose olfattive raggiungendo i centri orbitali frontali responsabili dell’olfatto e del gusto.
Si stima che l’anosmia colpisce fino al 60% dei pazienti affetti da Covid 19. Di solito compaiono nella fase inziale dell’infezione e scompaiono dopo qualche settimana, durante la fase di guarigione. Pertanto, la ricomparsa dell’olfatto e del gusto in un paziente affetto da Covid-19, sono indice di guarigione.
Non esiste una cura che abbiamo dimostrato il recupero rapido della funzione olfattiva e del gusto e si ritiene inutile utilizzare spray nasali o orali, tantomeno altri tipi di farmaci non prescritti dal medico specialisti.
La perdita dell’olfatto può essere parziale (iposmia) o completa (anosmia), può essere temporanea o permanente a secondo delle cause.
È un sintomo da non sottovalutare perché può avere impatto sulla qualità di vita, può condizionare l’alimentazione e pertanto il peso, o può favorire l’insorgenza della depressione
Le cause più comuni per la perdita di olfatto sono dovute a problemi alla mucosa nasale, ostruttivi alle vie nasali, neurologici, oltre all’invecchiamento. È infatti fisiologica una perdita di olfatto dopo i 60 anni di età.
L’anosmia è molto comune in caso di:
In queste condizioni è un sintomo, che rimossa la causa si risolve spontaneamente.
Quando invece sono coinvolti il sistema nervoso, la funzione cerebrale o processi infiammatori è necessario un maggiore approfondimenti diagnostici da parte del medico specialista.