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Dopo l'allarme, si fanno i conti. La recente presa di posizione dell'Organizzazione mondiale della sanità sul rischio di cancro legato al consumo di carni rosse, ha stimolato gli scienziati ad approfondire ulteriormente la questione. Una prima ricerca, “Riduzione del consumo di carne e delle emissioni di gas serra e benefici per la salute in Italia", è stata coordinata da Paola Michelozzi del dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio e pubblicata sul numero speciale di “Epidemiologia & Prevenzione".
Lo studio è partito dai seguenti dati: il 70% degli italiani adulti consuma carne bovina, in media 400 grammi a settimana per gli uomini e 360 grammi per le donne, cifre ben al di sopra delle linee guida internazionali per una sana alimentazione che raccomandano un consumo di 100-200 grammi di carne rossa e 50 di carne lavorata. Riducendo questi consumi del 50%-70% si avrebbero oltre 2mila morti in meno. Inoltre la ricerca, presentata al 39esimo congresso nazionale dell'Associazione italiana di epidemiologia, ipotizza che la percentuale di casi prevenibili varia dal 2,1% al 6,5% per il tumore del colon retto e da 1,6% al 5,6% per l'infarto.