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L'Ue bacchetta l'Italia: “Troppi obiettori"


La sua Tempo fa ne aveva parlato anche il New York Times, prendendo spunto dall'ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, dove il 100% dei ginecologi è obiettore di coscienza. “Sulla carta l’Italia consente l’aborto, ma pochi dottori lo praticano", aveva titolato l'autorevole quotidiano statunitense. Adesso arriva anche il rimprovero ufficiale del Consiglio d'Europa.

Nel pronunciarsi su un ricorso presentato dalla Cgil, l'organo dell'Ue che ha come scopo quello di promuovere la democrazia, i diritti e l'identità culturale europea, ha infatti affermato che le donne in Italia continuano a incontrare "notevoli difficoltà" nell'accesso all'aborto. Consentendo infatti l'obiezione di coscienza, il nostro Paese carica troppo lavoro sulle spalle dei medici e degli operatori che non fanno obiezione, negando così il diritto delle donne alla salute. A livello nazionale ormai i ginecologi obiettori, secondo gli ultimi dati, sono il 70% del totale. Secondo il Consiglio d'Europa quindi il diritto delle donne all'interruzione volontaria di gravidanza viene negato. Il ministero della Salute ha però più volte fatto sapere che non si tratta di un problema perché il numero di obiettori (in costante crescita) per quanto molto elevato, non incide sul diritto delle donne a interrompere la gravidanza.

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