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I pediatri: “Non scuotete i neonati"


Si chiama “sindrome da scuotimento" ed è una patologia che comprende forme di abuso legate a violento scuotimento del bambino con conseguente trauma sull’encefalo e successive complicazioni neurologiche. Una forma di maltrattamento contro i neonati contro la quale mette in guardia la Società italiana di neonatologia. La violenza a volte anche è inconsapevole e attuata da parte di genitori esasperati, al solo scopo di consolare il pianto ininterrotto del neonato.

A questo proposito la Sin ricorda che che “piangere è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare: può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole e di un contatto fisico per essere rassicurato. Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo“. Anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino possono essere gravissimi: ematoma subdurale (conseguente al trauma cranico), edema cerebrale ed emorragia retinica. Le conseguenze cliniche immediate sono vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all’arresto cardiorespiratorio. A lungo termine i bambini possono presentare difficoltà di apprendimento, cecità, disturbi dell’udito o della parola, epilessia, disabilità fisica o cognitiva. Nei casi più gravi si ha la morte. La casistica a disposizione mostra che di solito il bambino (nella maggior parte dei casi fra i 4 e i 6 mesi) viene afferrato a livello del torace o delle braccia e scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi.

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