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Si chiama nomofobia (dall’inglese “no mobile phobia”) ed è una patologia della modernità, uno dei lati oscuri della tecnologia: si tratta cioè della paura da assenza di cellulare. L’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna lancia l’allarme: secondo una ricerca realizzata da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxakids “il 17% dei ragazzi intervistati dichiara di non riuscire a staccarsi da smartphone e social, 1 su 4 (25%) è sempre online, quasi 1 su 2 (45%) si connette più volte al giorno, 1 su 5 (21%) è afflitto da vamping: si sveglia durante la notte per controllare i messaggi arrivati sul proprio cellulare. Quasi 4 su 5 (78%) chattano continuamente su WhatsApp”.
Il nomofobico arriva a manifestare sintomi simili a quelli che caratterizzano l’attacco di panico: mancanza di respiro, sudorazione, battito cardiaco accelerato, dolore toracico e nausea. Come tutte le dipendenze, anche quella da smartphone può essere curata tramite un trattamento psicoterapeutico. L'ordine specifica anche che i comportamenti che ne caratterizzano la dipendenza “sono più frequenti in ragazzi che presentano una fragilità emotiva di base e che vivono già difficoltà psicologiche come depressione e disturbi d’ansia". L'uso smodato del telefonino viene vissuto come “un tentativo di compensare le problematiche relazionali reali o di evadere dalle difficoltà psicologiche e dalla sofferenza emotiva”.