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Nurofenbaby supposte è un farmaco a base di ibuprofene 60 mg utile come trattamento sintomatico del dolore lieve e moderato e della febbre nei bambini
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Caratteristiche
Target | Bambino |
Formato | Supposte |
Tipo di Farmaco | Farmaco di marchio |
Nurofenbaby supposte è un farmaco a base di ibuprofene, principio attivo analgesico e antinfiammatorio. Utile nei bambini come
Le supposte di Nurofenbaby sono indicate quando la somministrazione orale è sconsigliata, es. in caso di vomito.
Scopri tutti i prodotti Nurofen
NUROFENBABY 60 MG SUPPOSTE PRIMA INFANZIA
Ogni supposta contiene: ibuprofene 60 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Gliceridi semisintetici solidi.
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
Le reazioni avverse elencate di seguito sono quelle riportate con ibuprofene nel trattamento sintomatico di breve durata della febbre e del dolore medio o moderato. Se l’ibuprofene viene utilizzato per altre indicazioni o per trattamenti di lunga durata, possono verificarsi ulteriori reazioni avverse. Le reazioni avverse sono elencate in base alla frequenza utilizzando le seguenti categorie: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico Molto raro: Disturbi dell’ematopoiesi (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi). I primi sintomi possono essere: febbre, mal di gola, ulcere superficiali della bocca, sintomi simil–influenzali, marcato affaticamento, epistassi ed emorragia cutanea. Disturbi del sistema immunitario Non comune: reazioni di ipersensibilità con orticaria e prurito. Molto raro: In pazienti affetti da malattie auto–immuni (lupus eritematoso sistemico, malattia mista del tessuto connettivo) sono stati segnalati casi di sintomi di meningite asettica come collo intorpidito, cefalea, nausea, vomito, febbre, disorientamento durante il trattamento con ibuprofene. Gravi reazioni di ipersensibilità. I sintomi possono essere: gonfiore del viso, della lingua e della laringe, dispnea, tachicardia, ipotensione o shock severo. Esacerbazione dell’asma. Patologie del sistema nervoso Non comune: Cefalea, insonnia. Patologie dell’orecchio e del labirinto Non comune: Capogiro, tinnito. Patologie cardiache Molto raro: Casi di insufficienza cardiaca sono stati riportati a seguito di trattamento con FANS. Patologie vascolari Molto raro: Ipertensione. Patologie gastrointestinali Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Comune: Disordini gastrointestinali, quali dispepsia, dolore addominale e nausea. Non comune: Diarrea, flatulenza, costipazione e vomito. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, talvolta fatale, in particolare negli anziani (vedere sezione 4.4). Melena, ematemesi, stomatite ulcerativa, esacerbazione di colite e del morbo di Crohn (vedere sezione 4.4). Meno frequentemente è stata osservata gastrite. Irritazione del retto. Patologie epatobiliari Molto raro: Patologie della funzionalità epatica, danno epatico, specialmente nei trattamenti a lungo termine. Epatite acuta. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto raro: Gravi reazioni cutanee come eritema multiforme; in casi eccezionali possono verificarsi gravi infezioni cutanee e dei tessuti molli se è in corso la varicella. Eruzioni bollose inclusa sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica. Patologie renali e urinarie Molto raro: Riduzione dell’escrezione di urea, edema. Nefrite interstiziale, sindrome nefrosica, insufficienza renale acuta. Necrosi papillare, specialmente nei trattamenti a lungo termine.Aumentata concentrazione sierica di urea. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: Stanchezza. Molto raro: Edema. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alti dosaggi (2400 mg/die) e per trattamenti di lunga durata, può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus) (vedere sezione 4.4). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Il rischio di tossicità si può manifestare per dosi superiori a 200 mg/kg. Sintomi del sovradosaggio: I sintomi da sovradosaggio possono includere nausea, vomito, dolori addominali, cefalea, capogiro, sonnolenza, nistagmo, offuscamento della vista, tinnito e raramente ipotensione, acidosi metabolica, insufficienza renale e perdita di coscienza.
Trattamento del sovradosaggio: Non è disponibile alcun antidoto. Il trattamento è sintomatico e consiste negli idonei interventi di supporto.
Gravidanza
L’inibizione della sintesi di prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazioni cardiache e gastroschisi dopo l’uso di inibitori della sintesi di prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrio–fetale. Inoltre, è stato riportato un aumento dell’incidenza di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari, in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi di prostaglandine durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’ibuprofene viene usato da una donna che tenta di concepire, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: – tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); – disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligo–idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: – possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; – inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
L’ibuprofene e i metaboliti passano nel latte materno solo in piccole quantità. Poiché ad oggi non sono noti effetti indesiderati nel lattante, di solito non è richiesta l’interruzione dell’allattamento se il medicinale viene assunto alle dosi consigliate per febbre e dolore per trattamenti di breve durata. Fertilità Vedere sezione 4.4.
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Procedura di reso
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Per ulteriori informazioni consultare la pagina Recesso
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Per ulteriori informazioni consulatare la pagina Costi e modalità di spedizione
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Scheda tecnica
Target | Bambino |
Formato | Supposte |
Tipo di Farmaco | Farmaco di marchio |
Dettagli
Nurofenbaby supposte è un farmaco a base di ibuprofene, principio attivo analgesico e antinfiammatorio. Utile nei bambini come
Le supposte di Nurofenbaby sono indicate quando la somministrazione orale è sconsigliata, es. in caso di vomito.
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NUROFENBABY 60 MG SUPPOSTE PRIMA INFANZIA
Ogni supposta contiene: ibuprofene 60 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Gliceridi semisintetici solidi.
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
Le reazioni avverse elencate di seguito sono quelle riportate con ibuprofene nel trattamento sintomatico di breve durata della febbre e del dolore medio o moderato. Se l’ibuprofene viene utilizzato per altre indicazioni o per trattamenti di lunga durata, possono verificarsi ulteriori reazioni avverse. Le reazioni avverse sono elencate in base alla frequenza utilizzando le seguenti categorie: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico Molto raro: Disturbi dell’ematopoiesi (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi). I primi sintomi possono essere: febbre, mal di gola, ulcere superficiali della bocca, sintomi simil–influenzali, marcato affaticamento, epistassi ed emorragia cutanea. Disturbi del sistema immunitario Non comune: reazioni di ipersensibilità con orticaria e prurito. Molto raro: In pazienti affetti da malattie auto–immuni (lupus eritematoso sistemico, malattia mista del tessuto connettivo) sono stati segnalati casi di sintomi di meningite asettica come collo intorpidito, cefalea, nausea, vomito, febbre, disorientamento durante il trattamento con ibuprofene. Gravi reazioni di ipersensibilità. I sintomi possono essere: gonfiore del viso, della lingua e della laringe, dispnea, tachicardia, ipotensione o shock severo. Esacerbazione dell’asma. Patologie del sistema nervoso Non comune: Cefalea, insonnia. Patologie dell’orecchio e del labirinto Non comune: Capogiro, tinnito. Patologie cardiache Molto raro: Casi di insufficienza cardiaca sono stati riportati a seguito di trattamento con FANS. Patologie vascolari Molto raro: Ipertensione. Patologie gastrointestinali Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Comune: Disordini gastrointestinali, quali dispepsia, dolore addominale e nausea. Non comune: Diarrea, flatulenza, costipazione e vomito. Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o emorragia gastrointestinale, talvolta fatale, in particolare negli anziani (vedere sezione 4.4). Melena, ematemesi, stomatite ulcerativa, esacerbazione di colite e del morbo di Crohn (vedere sezione 4.4). Meno frequentemente è stata osservata gastrite. Irritazione del retto. Patologie epatobiliari Molto raro: Patologie della funzionalità epatica, danno epatico, specialmente nei trattamenti a lungo termine. Epatite acuta. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto raro: Gravi reazioni cutanee come eritema multiforme; in casi eccezionali possono verificarsi gravi infezioni cutanee e dei tessuti molli se è in corso la varicella. Eruzioni bollose inclusa sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica. Patologie renali e urinarie Molto raro: Riduzione dell’escrezione di urea, edema. Nefrite interstiziale, sindrome nefrosica, insufficienza renale acuta. Necrosi papillare, specialmente nei trattamenti a lungo termine.Aumentata concentrazione sierica di urea. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: Stanchezza. Molto raro: Edema. Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di ibuprofene, specialmente ad alti dosaggi (2400 mg/die) e per trattamenti di lunga durata, può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es. infarto del miocardio o ictus) (vedere sezione 4.4). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Il rischio di tossicità si può manifestare per dosi superiori a 200 mg/kg. Sintomi del sovradosaggio: I sintomi da sovradosaggio possono includere nausea, vomito, dolori addominali, cefalea, capogiro, sonnolenza, nistagmo, offuscamento della vista, tinnito e raramente ipotensione, acidosi metabolica, insufficienza renale e perdita di coscienza.
Trattamento del sovradosaggio: Non è disponibile alcun antidoto. Il trattamento è sintomatico e consiste negli idonei interventi di supporto.
Gravidanza
L’inibizione della sintesi di prostaglandine può influenzare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazioni cardiache e gastroschisi dopo l’uso di inibitori della sintesi di prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Si ritiene che il rischio aumenti con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrio–fetale. Inoltre, è stato riportato un aumento dell’incidenza di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari, in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi di prostaglandine durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’ibuprofene viene usato da una donna che tenta di concepire, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: – tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); – disfunzione renale che può progredire a insufficienza renale con oligo–idroamnios; la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: – possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse; – inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
L’ibuprofene e i metaboliti passano nel latte materno solo in piccole quantità. Poiché ad oggi non sono noti effetti indesiderati nel lattante, di solito non è richiesta l’interruzione dell’allattamento se il medicinale viene assunto alle dosi consigliate per febbre e dolore per trattamenti di breve durata. Fertilità Vedere sezione 4.4.
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