Integratori di ferro: bambini, donne in gravidanza ed anziani hanno un più elevato fabbisogno giornaliero.
Che cosa è?
Il ferro è un elemento chiave per la vita. Partecipa alla formazione dell’emoglobina nel sangue, al trasporto di ossigeno e di anidride carbonica, fa parte di alcuni enzimi che sono predisposti alla produzione di energia, del metabolismo e del DNA.
Le donne hanno un fabbisogno giornaliero più alto degli uomini (15mg verso 10 mg). Il ferro si trova nelle fonti alimentari di origine animale, ove è assorbito più facilmente e in quelle vegetali ove l’assorbimento risulta essere più difficile. Le fonti vegetali più rappresentative sono: Alghe Kelp, lievito di birra, crusca, germe di grano, prezzemolo, molluschi, mandorle, legumi, prugne.
La carenza di ferro si riscontra principalmente nei bambini sotto i 2 anni, le adolescenti, le donne in gravidanza e gli anziani. Nelle donne in gravidanza il fabbisogno di ferro aumenta drasticamente durante l’allattamento. Alla base delle motivazioni di una carenza di ferro esistono spesso più circostanze tra le quali: minor assorbimento, dieta alimentare, emorragie.
I soggetti vegani e vegetariani, sono altamente esposti a carenza di ferro. Oggi anche gli adolescenti a seguito di una alimentazione calorica e povera di nutrienti sono particolarmente predisposti.
Nei soggetti anziani la carenza di ferro è spesso dovuta ad una insufficiente secrezione di acido cloridico nello stomaco, alla diarrea cronica, al malassorbimento, come conseguenza di operazioni chirurgiche e all’uso di antiacidi.
Condizioni che possono generare carenza di ferro sono: mestruazioni abbondanti, ulcera peptica, emorroidi e donazioni di sangue.
I sintomi di una carenza di ferro sono la compromissione dei processi biologici citati che si traducono in anemia, menorragie, disturbi dell’apprendimento, riduzione delle difese immunitarie, stanchezza ed affaticamento.
Perché si usa?
Viene utilizzato nelle carenze di ferro, nella prevenzione dell’anemia e delle ridotte riserve di ferro associato alla gravidanza.
Le analisi del sangue rappresentano la migliore diagnosi per valutare la carenza. Il contenuto di ferritina è il miglior test di laboratorio per misurare le riserve di ferro nell’organismo.
Come si usa?
Esistono 2 forme disponibili: eme e non eme. Le forme non eme come il solfato, il fumarato, succinnato ferroso vengono assorbite al 2,9% a stomaco vuoto e all’ 1% a stomaco pieno (rappresentano la maggior parte degli integratori in commercio). Le forme eme raggiungono il 35%.
I dosaggi raccomandati sono 30 mg di ferro non eme, 2 volte al giorno lontano dai pasti. Se si hanno disturbi gastrici si può prendere 3 volte al giorno a stomaco pieno la stessa dose.
In alternativa la dose equivalente di ferro eme è di 4-6 mg.
A cosa bisogna fare attenzione?
Il ferro non eme può provocare nausea, flatulenza e diarrea.
Una presenza di ferro eccessiva nell’organismo sotto forma di ferritina, dovuta ad una alimentazione ricca di carne e correlata a valori elevati di colesterolo, puo’ produrre rischio di problemi cardiovascolari.
Assumere pertanto il ferro solo nei casi di deficit, in caso di gravidanza e allattamento (con il consiglio del medico) e in caso di mestruazioni abbondanti.
Conservare gli integratori lontano dalla portata dei bambini: Dosi elevate di ferro possono portare a conseguenze per la salute.
Calcio, magnesio, zinco interferiscono con l’assorbimento di ferro, che invece è favorito dalla vitamina C.
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