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Il burro? Non fa poi tanto male...


Contrordine. Il burro non fa poi tanto male, specie al cuore. Questo alimento è stato riabilitato da una recente ricerca statunitense della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, pubblicata su Plos One e condotta su 636.151 persone. In realtà si tratta di uno studio che analizza e sintetizza le conclusioni di altri nove precedenti lavori. Si tirano le fila, dunque, di anni di ricerche. E alla fine i risultati sono confortanti, almeno per coloro che non sanno rinunciare al burro in cucina. In media, tra coloro che si sono sottoposti ai test, il consumo giornaliero è stato di 14 grammi.

Lo studio ha riscontrato piccole o insignificanti correlazioni tra il consumo di burro, le malattie cardiovascolari e la mortalità totale. Anzi, nei confronti del diabete il burro potrebbe avere anche una sorta di effetto protettivo dovuto ai grassi del latte. “Sebbene chi mangia burro abbia uno stile di vita e un'alimentazione peggiore, questo alimento sembra essere complessivamente neutrale - spiega l'autrice della ricerca, Laura Pimpin -. Ciò suggerisce che può essere una 'via di mezzo' tra scelte più salutari come l'olio extravergine di oliva e peggiori come ad esempio lo zucchero e l'amido, contenuti nel pane bianco e nelle patate".

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